Il Generale Riccardo Maraffa, proveniente dal Regio Esercito, era diventato nel 1936 Capo della Polizia dell’Africa Italiana, da lui voluta come una organizzazione ad ordinamento militare ma a struttura civile. Maraffa, un tecnico innovativo ed appassionato, aveva organizzato la PAI sul modello della Polizia Coloniale britannica, inserendovi personale italiano e africano, dotandola di uniformi, mezzi e armi di qualità superiore a quelle delle altre Forze dell’Ordine italiane dell’epoca. In Italia è probabilmente uno dei primi a studiare l’impiego dell’elicottero ( all’epoca ancora in fase sperimentale) per compiti di Polizia.
Nel 1943 con la resa delle truppe italo-tedesche in Africa la PAI, ormai formata esclusivamente da personale italiano, formalmente alle dipendenze del Capo della Polizia Italiana Carmine Senise ma a disposizione del Corpo d’Armata di Roma e trasformata in Colonna “Cheren”, viene strutturata su tre battaglioni motocorazzati schierati a difesa della Capitale, prendendo parte ai furibondi combattimenti a difesa della città contro le truppe tedesche, seguiti all’armistizio dell’8 Settembre, nel corso dei quali la PAI perde, tra morti e feriti quattro ufficiali e 52 guardie.
Dopo la caduta di Roma il Generale Maraffa accoglie nella PAI centinaia di ufficiali e soldati del Regio Esercito sbandati dopo l’armistizio, impedendo così la loro deportazione in Germania. Fervente monarchico rifiuta di schierarsi con la Repubblica Sociale Italiana e viene arrestato dalla Gestapo venendo quindi deportato in Germania nel campo di prigionia di Dachau, dove muore l’11 Dicembre 1943.