Il Ten. Franceschini (11^ Compagnia, III° Battaglione, I° Reggimento della Granatieri) si trovava alle 19:45 presso il caposaldo n.7 nei pressi della Città Militare della Cecchignola. Udì un boato di urla di giubilo da parte dei soldati ivi acquartierati: così venne a sapere della notizia dell’armistizio, tutti i militari delle unità sul campo venivano a sapere della nuova situazione nelle stesse modalità dei comuni cittadini, ossia dalla radio. Il Ten. Franceschini di concerto con il suo Comandante di Compagnia, fece di testa sua e allertò i suoi uomini per il combattimento che si preannunciava di lì a poco. La situazione si connotava immediatamente per quella che sarebbe stata nei tre giorni di combattimento: iniziativa personale da parte dei singoli comandanti di unità, nessuna informazione, pochissimi ordini o spesso inattuabili e/o contrastanti.
I tedeschi, al contrario, erano perfettamente informati di ciò che stava accadendo; un Sottufficiale del 7° Reggimento della 2^ Divisione aveva ascoltato le comunicazioni radiofoniche alleate che annunciavano l’armistizio e aveva fatto rapporto ai superiori. Le telefonate tra i vari comandi in Italia e in Germania si erano intrecciate fino a culminare con la diffusione alle ore 20 della parola in codice “Achse” che attivava il piano già predisposto di neutralizzazione delle forze armate italiane. Immediatamente le unità della 2^Divisione Paracadutisti si mettono in movimento con i seguenti obiettivi:
Immediatamente vengono attaccate ad una ad una le postazioni della 220^ Divisione Costiera che vengono immediatamente neutralizzate senza combattere sfruttando l’effetto sorpresa. Il Battaglione Chimico che presidia i due depositi di Valleranello e Mezzocammino viene similarmente sopraffatto. Va comunque sottolineata la totale disattenzione data ai due depositi, posizionati fuori dalla cerchia difensiva e presidiati da truppe inadatte. Lo S.M.R.E. avrebbe dovuto porre la massima attenzione o alla difesa o al trasferimento dei carburanti, quali assetti fondamentali per la battaglia che si preparava. Risulta evidente che, disponendo gli italiani di unità corazzate e motorizzate, ci sarebbe stata sicura necessità di carburante per operare. Ma nulla era stato predisposto, nè pianificato. Un tentativo di riprendere il deposito effettuato dai granatieri viene respinto dai tedeschi.