Già intorno alle ore 21 una colonna di paracadutisti si dirigeva verso il Caposaldo n.5 in località Ponte della Magliana. Il Caposaldo, comandato dal Cap. Meoli del 1° Reggimento della Granatieri di Sardegna è un punto delicatissimo dello schieramento: rappresenta, infatti, la porta attraverso la quale si ha accesso a Roma. Le truppe della granatieri sono schierate nei pressi del Ponte della Magliana che permette di attraversare il Tevere, sulla collina della basilica di San Paolo, le artiglierie sulla collina dell’E42; il comando al forte Ostiense in posizione arretrata. I tedeschi chiedono di parlamentare, chiedendo il libero passaggio: si trattava di una trappola, diversi granatieri vengono catturati (tra cui il T.Col. Ammassari e lo stesso Cap. Meoli) con l’inganno e con essi il posto di blocco presso il ponte. Il Gen. Solinas riceve alle ore 21.30 un parlamentare tedesco presso il Comando della Divisione, situato presso la Scuola Michele Bianchi alla Garbatella, che chiede la resa della Granatieri; il Gen. Solinas rifiuta, anzi, chiede la riconsegna del posto di blocco proditoriamente catturato. Congedato il parlamentare tedesco chiama al telefono il Cap. Villoresi, comandante della batteria all’E42, chiedendo notizie sulla riconsegna; i tedeschi, non solo non l’hanno riconsegnata, ma in più, riferisce il Cap. Villoresi, affluiscono nuove truppe e mezzi. Racconta il Gen. Solinas: “Sono le ore 22: se fra 10 minuti il posto di blocco non verrà restituito, voi (il Cap. Villoresi) aprirete il fuoco con la batteria del caposaldo contro la colonna tedesca attestata sulla Via Ostiense. Mi misi alla finestra del corridoio buio, col Capitano Odero, a guardare in direzione del caposaldo, ed alle ore 22,10 precise due vampe sulla Collina dell’Esposizione mi annunciavano – prima dei colpi – che i pezzi dislocati sul caposaldo n. 5 avevano aperto il fuoco. Aveva così inizio quella lotta sanguinosa che doveva estendersi a tutto il fronte della Divisione e che doveva durare fino alle ore 16,10 del 10 Settembre 1943”.I paracadutisti tedeschi, dopo un’iniziale sorpresa, sferrano l’attacco al caposaldo e, nonostante la caparbia difesa della dell’9^ Compagnia, riescono ad intaccare l’organizzazione dei centri di fuoco italiani e a conquistare il caposaldo (ad eccezione della batteria di artiglieria sull’E42). All’una i paracadutisti sferrano un nuovo attacco. I Granatieri arretrano sul forte Ostiense dove sono raccolti i feriti assistiti nell’ospedale allestito dalle suore di S. Anna nello stesso forte.
La situazione permane altamente critica e, pertanto, il Comando Supremo dispone il passaggio alle dipendenze tattiche della Div. Granatieri del R.E.CO Raggruppamento Esplorante Corazzato Lancieri di Montebello, pronto all’impiego nella zona Isola Farnese-Olgiata (Roma Nord). Il Montebello (Comandante Col. Giordani) fino a quel momento inquadrato nella Div. Ariete II, si mette in movimento alle ore 02:30 verso le posizioni minacciate della Granatieri. Passano altresì sotto il controllo tattico della Granatieri (sempre proveniente dall’Ariete II) anche il 600° Gruppo di Artiglieria Semovente da 105/25 del 235° Reggimento Artiglieria (Comandante: Magg. Giuliano) dotati dei semoventi con pezzo da 100/25 denominati “bassotto” per la loro sagoma sfuggente, ma estremamente efficaci in combattimento.