Lo schieramento italiano nella zona di Roma era un complesso di forze variegato ma senz’altro di notevole capacità militari
se visto nel suo complesso. I tre Corpi d’Armata che lo componevano avevano tre differenti funzioni:
-
il C.A.M., Corpo d’Armata Motorizzato, con compiti di manovra, ossia di fornire una massa di manovra corazzata e motorizzata, di fatto a contrasto della
3^ Divisione Panzergrenadieren germanica schierata a nord di Roma.
-
Il XVII° Corpo d’Armata, posto nel quadrante sud con compiti antisbarco (contro gli Alleati) ma di fatto posto a contrasto della 2^ Divisione
Paracadutisti schierata a Pratica di Mare.
-
Il Corpo d’Armata di Roma, con compiti di presidio e di ordine pubblico.
Già l’aver spezzettato le forze in tre comandi autonomi e non riuniti sotto un unico comandante, da la misura concreta
delle difficoltà di coordinamento che si sarebbero incontrate in caso di combattimento. Difatti lo S.M.R.E. aveva avocato a sé il comando dei tre C.A. ma praticamente poco o nulla fece per
esercitarlo. In sostanza lo schieramento italiano si componeva di un anello esterno che circondava da ogni lato la capitale e di un anello interno composto da semplici posti di blocco.
Di seguito i dettagli delle unità componenti i tre Corpi d’Armata:
-
Il C.A.M., Corpo d’Armata Motorizzato, al comando del Gen. di C.A. Giacomo Carboni, creato il 25 Luglio con lo scopo di difendere Roma da attacchi tedeschi; lo componevano le seguenti unità:
-
135^Divisione Corazzata “Ariete II” comandata dal Gen. Cadorna, schierata lungo la
direttrice Monterosi-Manziana sul bordo settentrionale del Lago di Bracciano a sbarramento della via Claudia e Cassia. Notevole complesso di forze corazzate (circa 250 tra carri, semoventi,
autoblindo).
-
10ª Divisione di fanteria motorizzata "Piave", comandata dal Gen. Tabellini,
distribuita ad arco immediatamente a nord della città, tra la località di Ottavia sulla Via Trionfale, la Giustiniana sulla via Cassia e le due sponde del fiume Tevere, tra Via Flaminia e Cassia nei
pressi di Castel Giubileo a sbarramento delle vie Flaminia, Tiberina e Salaria. Divisione totalmente motorizzata e molto motivata.
-
136^ Divisione Corazzata “Centauro II” (ex 1^ Divisone Corazzata M), comandata dal
Gen. Calvi di Bergolo, genero del Re (aveva sposato Jolanda di Savoia), composta prevalentemente da ex camice nere, ancora in addestramento e ad equipaggiamento ridotto; era dotata di carri armati di Carri Mark III e Mark IV e di artiglierie da 88 con istruttori tedeschi. Da sfatarsi il mito che disponesse di carri “Tigre”.
Disposta ad arco a oriente del centro, lungo la Via Tiburtina, tra le località di Lunghezza e Monte Celio poco a occidente di Tivoli. Di fatto non
schierata, posizionata nelle suddette località a scopo addestrativo. Questa divisione era considerata, a torto o a ragione, infida e pronta a collaborare con i tedeschi; per tale motivo tutti gli
ufficiali superiori erano da poco stati sostituiti e si stava provvedendo al rimpiazzo degli ufficiali inferiori e all'amalgama dei reparti.
-
Il XVII Corpo d’Armata, al comando del Gen. di C.A. Zanghieri. Era composto dalle
seguenti unità:
-
21^ Divisione di Fanteria “Granatieri di Sardegna” comandata dal Gen. Solinas,
disposta ad arco su un sistema di 13 caposaldi (cinta periferica esterna), immediatamente sul fianco meridionale della città, a controllare le vie Aurelia, Portuense, Ostiense, Laurentina, Ardeatina,
Appia, Tuscolana, Prenestina, Casilina e Collatina. Una parte delle forze presidiava 15 posti di blocco della “cintura di sicurezza interna”. Divisione dalle solide tradizioni e molto
combattiva.
-
103^ Divisione di Fanteria Autotrasportabile "Piacenza", comandata
dal Gen. Rossi, disposta nel quadrante sudoccidentale della campagna romana, tra via Ostiense e via Appia, a mezza via tra il lido di Ostia e Genzano-Velletri. Schierata in una serie di caposaldi non
collegati tra loro e fondamentalmente poco razionali ed efficaci. Sulla carta una discreta unità ma verrà annientata in poche ore.
-
13^Divisione di Fanteria "Re", al comando del Gen. Traniello, aveva in arrivo all’8
Settembre due battaglioni di fanteria schieratisi a nord di Roma al posto della Div. Piave.
-
7^ Divisione di Fanteria “Lupi di Toscana” al comando del Gen. Cappa, un battaglione
schierato sulla via Aurelia a ridosso di Ladispoli sul litorale tirrenico nord. All’8 Settembre il resto della Divisione era in affluenza dalla Francia.
-
220^ Divisione Costiera, al comando del Gen. Santandrea, dislocata alla foce del
Tevere nella zona di Ostia-Fiumicino con compiti di difesa costiera su un fronte di 180 km. Forza complessiva di 4000 uomini con efficienza assai scarsa e nulla mobilità.
-
Corpo d’Armata di Roma, al comando del Gen. Barbieri. Era composto dalle seguenti unità, tutte
dislocate in Roma:
-
12^ Divisione di Fanteria “Sassari”, al comando del Gen. Zani, dislocata all’interno
della città, presidiava località particolarmente importanti (Quirinale, Viminale, Ministero della Guerra, ecc.). Unità di fanteria molto provata, adatta a compiti statici.
-
4°Reggimento Carristi, buon complesso di forze corazzate e blindate.
-
2° Reggimento Bersaglieri.
-
Squadroni del Reggimento “Genova Cavalleria”.
-
P.A.I., Polizia d’Africa Italiana, Colonna “Cheren”, composta da tre Battaglioni,
tutti motorizzati od autotrasportati.
-
Regi Carabinieri, Battaglione Lazio, Roma ed Allievi.
-
Regia Guardia di Finanza, Legione Territoriale e Legione Allievi.
-
Truppe al deposito, si trattava di reclute non ancora impiegabili in combattimento,
presenti in varie caserme e depositi.
-
Truppe autonome, è il caso della compagnia paracadutisti del X° Reggimento Arditi che
era destinata alla difesa della sede del S.I.M.
In sostanza la difesa si concretizzava in un “anello esterno” (Ariete II-Piave-Centauro II a Nord, Granatieri e Sassari a
Sud) che in teoria avrebbe dovuto costituire una sorta di fascia di sicurezza della capitale e in un “anello interno” , costituito da “posti di blocco”, con funzioni di ordine pubblico (più che
militari).
A fronte di un’apparente efficacia (la capitale sembrava interdetta su tutte le direttrici), erano però evidenti dei gravi difetti nello
schieramento:
-
Nessuna difesa a linee successive (profondità); una volta travolto uno sbarramento il nemico aveva via libera verso Roma;
-
Alcune unità (Piacenza-220^ Div. Costiera) erano schierate palesemente in funzione antisbarco (alleato) e quindi poco utilizzabili;
-
La “massa di manovra” costituita da Ariete II, Piave e Centauro in realtà aveva preso posizione fissa a Nord di Roma, venendo meno al concetto di “forza
mobile”;
-
La Div. Granatieri, schierata in 13 caposaldi su un fronte di 28 km intorno a Roma, avrebbe dovuto realizzare una sorta di “miracolo” bellico, dovendo
proteggere con due soli reggimenti di fanteria un fronte così esteso. Da notare, inoltre, la natura dei cosidetti “caposaldi”: un caposaldo, per essere definito tale, deve essere una posizione munita
(apprestamenti protetti, trincee, posti d’osservazione, reticolati, ostacoli anticarro, campi minati). Nessuno di questi apprestamenti era presente nei caposaldi della Granatieri (nemmeno i
reticolati) e gli stessi erano posizionati in modo tale che, data la distanza tra l’uno e l’altro, era possibile un’azione di infiltrazione negli spazi vuoti da parte nemica. Da alcune fotografie si
riscontra solamente la presenza di muretti a secco sulle strade che obbligavano eventuali veicoli ad una marcia “a zig-zag”, il tutto finalizzato più ad una azione di controllo del traffico che
bellica.
LO SCHIERAMENTO TEDESCO.
Le forze tedesche erano schierate intorno a Roma in due grosse masse a nord e sud, con l’evidente scopo, in caso di
necessità, di prendere la capitale con un’azione a tenaglia. Tutte le forze erano alle dipendenze dell’Oberbefehlshaber Sud (O.B.S.) sito in Villa Torlonia a Frascati, comandato dal M.llo
Albert Kesselring. Esse erano composte dalle seguenti unità:
-
2^ Divisione Paracadutisti, comandata dal Gen. Ramcke, schierata nelle vicinanze
dell’aeroporto di Pratica di Mare, di fronte alla Divisione "Piacenza". La divisione era stata aviotrasportata nel luglio dalla Provenza e aveva di fatto assunto il controllo dell'importante scalo
aereo immediatamente a sud di Roma proprio l'8 settembre. L’organico era di c.a. 10.000 uomini, era totalmente sprovvista di mezzi corazzati e di armamento pesante.
-
3^ Divisione PanzerGrenadieren, comandata dal Gen. Graser, disposta a fronteggiare la
Div."Ariete II", nella zona di Orvieto-Montefiascone-Viterbo. Questa unità era stata rinforzata con elementi provenienti dalla 15^-16^-26^-29^Divisione raggiungendo un organico di c.a. 20.000 uomini.
Disponeva di c.a. 40 cannoni semoventi e di c.a. 70 carri Mark III-IV in forza al Kampfgruppe Busing (Gruppo di combattimento assemblato ad hoc con forze di diverse armi sotto
un unico comandante).
-
Gruppo Tattico “Frascati”, posto a difesa dell’O.B. Sud di Frascati, aveva in forza 2
battaglioni, supportati da elementi corazzati (cannoni semoventi Marder distaccati dalla 2^Div. Paracadutisti).