MOTIVAZIONE MOVM
“Baldinotti Bruno, di Ciro e di Travasin Ines, da Roma, classe 1924, caporal maggiore del 4° reggimento carristi (alla memoria), in commutazione della Medaglia di bronzo già conferitagli con decreto del 31 luglio 1945. Pilota di carro M, partecipava a combattimenti contro tedeschi dimostrando serenità e sprezzo del pericolo. Inviato in ricognizione offensiva per la quale si offriva volontario, pur conoscendo il pericolo cui si esponeva, si spingeva con tutto l’ardore della sua giovinezza contro il nemico preponderante per forze e mezzi. Colpito una primavolta non desisteva, dal suo nobile slancio riuscendo ad individuare e distruggere due pezzi da 37 mm. Nuovamente ferito, raccolte in uno sforzo supremo le residue forze, riusciva a far uscire il suo comandante dal carro in fiamme nel quale immolava la sua fiorente vita. Luminoso esempio di preclari virtù militari.-Roma, Porta S. Paolo, 10 settembre 1943"
All’età di 18 anni, conclusi gli studi di ragioneria, partecipò il 10 settembre 1943 alla battaglia di Porta S.Paolo, come caporale del IV° Reggimento Carristi. All’interno del suo carro M15, insieme al soldato Carlo Lazzerini, scendendo da viale Baccelli venne colpito da alcune cannoni tedeschi da 88 e 37 mm posti tra le sterpaglie. Nonostante fossero entrambi feriti, riuscirono ad eliminare due postazioni da 37, ma poi 14 colpi trafissero le lamiere ed il carro prese fuoco, portando alla morte sia il caporal maggiore Bruno Baldinotti che il caporale Carlo Lazzerini.
Il sacrificio del caporal maggiore Baldinotti ricordato dalla sorella:
«Non scapparono tutti, mio fratello Bruno morì sparando ai tedeschi. Non tutto l’esercito italiano abbandonò Roma ai tedeschi. Ci furono anche quelli che, come mio fratello, il carrista Bruno Baldinotti, affrontarono i tedeschi morendo. Erano pochi, furono lasciati da soli, ma hanno combattuto… ».
Per Anna Baldinotti, sorella del giovanissimo caporal maggiore Bruno, un ragazzo di appena 18 anni, morto nella battaglia di Porta San Paolo, la verità è tutta lì. L’ultima volta che l’ha visto era la sera dell’8 settembre 1943. Suo fratello era passato da casa in via dei Querceti al Celio con la solita pagnottella presa nella caserma del IV reggimento di stanza alla “Regina Elena” sulla Tiburtina. Lì, dalla radio, apprese dell’armistizio. Era un bel ragazzo, aveva studiato ragioneria, amava il disegno, avrebbe voluto fare un corso d’arte, portava i fratelli minori compresa Anna (erano sei in tutto) a vedere Stanlio ed Ollio al cinema. Quella sera chiese al padre, un rappresentante di commercio: «E adesso? ». «Sei un soldato – gli rispose il padre – consegnati al tuo capitano e mettiti ai suoi ordini». Ed è così che fece il carrista Baldinotti, infilandosi dentro un carro M15, una specie di scatoletta di latta corazzata.
Il 10 settembre però era quello il primo mezzo corazzato destinato ad affrontare i tedeschi a Porta San Paolo. Erano le 15.30 e in viale Baccelli, proprio sopra le Terme di Caracalla, il carro di Baldinotti scendeva lentamente seguito da quello del sottotenente Fioritto. La colonna dei tedeschi era annidata tra le sterpaglie, con cannoni da 88 e da 37 mm. Baldinotti li vide, fermò il carro e il cannoncino fece fuoco. I tedeschi risposero. Il carro di Baldinotti fu colpito, Baldinotti e il suo conmpagno Carlo Lazzerini erano rimasti feriti. Ma il carro italiano continuò a sparare eliminando due postazioni di cannoni da 37. Poi, trafitto da 14 colpi che avevano attraversato quelle lamiere sottili, il carro prese fuoco.
"Fu mia sorella Adriana -ricorda Anna Baldinotti -a infilarsi poi nel carro rimasto in viale Baccelli e a raccogliere in una mezza federa tre monete, un cucchiaio, la gamella annerita, dei bossoli..." Di Bruno a casa restò solo una "Settimana enigmistica" appena cominciata. Al 24 orizzontale (nuovi carri armati tedeschi) aveva risposto: "tigri" Quanto raccolto allora è ora esposto nel Museo di Via Tasso in un’apposita bacheca.
(Paolo Brogi)
La medaglia d'argento del C.M. Bruno Baldinotti fu ritrovata in un mercatino romano da un collezionista, Sergio Coccia, che non conosceva la storia dell'eroe. Una volta accertata l'identità del decorato Sergio Coccia, con un gesto che gli rende onore, ha donato la medaglia al Museo della Liberazione di Via Tasso di cui si auspica un opportuna e sollecita esposizione.
Il C.M. Carlo LAZZERINI era nello stesso carro M15 con il C.M. Baldinotti, anch'egli perdeva la vita nell'incendio del carro centrato dagli anticarro tedeschi. Veniva insignito di medaglia di bronzo.
POESIA DEL CARRISTA
“UNA VITA SPEZZATA”
8 settembre 1943: triste anniversario di qualche anno fa, quando la radio diffuse la notizia che la guerra non era ancora finita e lutti, sofferenze erano pane per giorni
di dubbia verità. Roma pagò in vite umane il sacrificio di molti dei suoi figli in armi,
pronti a salvarla. Oggi sull’Aventino, un Largo urbano ha preso memoria dal nome di un parente: Carlo Lazzerini il lapidario sito, ed io sento pulsare nelle vene l’orgoglio dell’erede di un uomo generoso che ha creduto nel mito dell’onore, fino in fondo.
Scritto da Franco LAZZERINI, cugino dell’Eroe.