ROMA 8 SETTEMBRE 1943: La battaglia per Roma
ROMA 8 SETTEMBRE 1943: La battaglia per Roma

Carboni ordina il contrattacco all'Ariete II.

Il Gen. Carboni, rientrato da Tivoli nella mattina del 10, impartiva l’ordine alla Div. Piave, di rientrare a Roma e rinforzare lo schieramento della Granatieri; la Div. si metteva in movimento dalla zona S.Polo-Marcellina alle ore 14:00, non incontrando nessun intralcio da parte germanica. Giungerà in serata alle porte di Roma a resa ormai firmata.

La Div. Ariete II alle ore 10:45 riceve una telefonata dal Col.Montezemolo che comunicava l’ordine di formare una colonna con tutti gli elementi celeri della divisione e con questi accedere a Roma dalla Via Tiburtina dove sarebbero giunti gli ordini d’impiego. Il Gen. Cadorna dà ordine al Gen. Fenulli (Vice comandante la divisione) e al Col Alessi di attestare la colonna alle Acque Albule (Via Tiburtina). Alle 12:30 il Gen. Cadorna incontra a Settecamini (Via Tiburtina) un inviato del C.A.M., il T.Col. Cano, latore di un ordine non firmato, che modifica quanto già comunicato dal Col. Montezemolo. L’originaria unica colonna dovrà ora essere separata in due colonne che seguiranno due diverse direzioni:

-La Prima: Lunghezza, Colle del Finocchio, Via Cavona, Muro Linari, Via Anagnina, Quota 102;

-La seconda: Settecamini, Torrenova, Via Anagnina.

Il Gen. Cadorna, non conoscendo il T.Col.Cano e temendo un’azione della  quinta colonna, richiede l’ordine scritto che in breve giunge firmato dal Col. Salvi. I reparti nel frattempo attivati, sono stati assegnati alle due colonne:

  -La prima (instradamento Lunghezza), assegnata al Col. Alessi, comprenderà il 18°R.E.CO. Bersaglieri (appena arrivato dalla Francia ed assegnato originariamente alla Div.Centauro, poi passato dalle ore 10:00 del 9 settembre alle dipendenze dell’Ariete II); tale unità era al 50%  dei suoi mezzi ed effettivi;

La seconda (instradamento Settecamini), assegnata al Gen. Fenulli, comprenderà il reparto comando tattico divisionale (un plotone autoblindo e uno quadrone motociclisti del Montebello), un gruppo motorizzato del Lucca Cavalleria, uno squadrone semoventi del Reggimento Vittorio Emanuele II.

Entrambe le colonne, ognuna seguendo il proprio itinerario, avrebbero dovuto attaccare lo schieramento della 2^Div. Paracadutisti: la prima (Colonna Alessi), al culmine della manovra avvolgente, avrebbe dovuto attaccare sul rovescio la linea germanica a  Porta S.Paolo, la seconda (Colonna Fenulli) avrebbe dovuto attaccare sul fianco lo schieramento germanico.

Nel frattempo giungeva alle 13:20 un fonogramma dal C.A.M. in cui si confermavano gli ordini già atto ma si aggiungeva che le rimanenti forze della divisione avrebbero seguito al più presto la manovra di attacco già in corso. Alle 13:30 erano diramate dal comando Ariete gli ordini di movimento relativi.

Alle 14:00 giungeva la notizia che elementi corazzati germanici affluivano dalla zona Palestrina-Mandela: il Gen. Cadorna, dopo aver dato impulso ai due comandanti delle colonne, fa ritorno al suo comando a Tivoli per fronteggiare una  nuova minaccia da Palestrina (che si rivelerà infondata).

Le due colonne, a causa dei complessi preparativi di movimento, partivano alle ore 14:45.

La colonna Fenulli avanzava senza inconvenienti fino alla zona di Ciampino, dove alle ore 18:00 c.a. travolge le prime resistenze tedesche; giunge fino alla zona delle Capannelle (Via Appia Nuova) alle ore 19:30, dove il Gen. Fenulli viene informato da parlamentari tedeschi della resa e cessava, di conseguenza, il suo movimento. La colonna si concentrava e riordinava sulla Via Appia, dove trascorreva la notte; all’alba riprendeva la marcia in senso inverso e raggiungeva gli accasermamenti di Tivoli.

La colonna Alessi, superata Lunghezza, raggiungeva alle ore 17:00 un punto a km. 2 dalla Via Appia, sbarrato da batterie da 88 tedesche. Mentre si accingeva ad attaccarle un parlamentare tedesco informava della resa che veniva confermata dal comando divisione. La colonna sostava all’addiaccio e ritornava la mattina seguente nei suoi accasermamenti a Settecamini. Durante questo movimento alle ore 10:30 veniva attaccata da aerei germanici che infliggevano gravi perdite (veniva ferito lo stesso Comandante Col. Alessi).

Secondo i memoriali compilati dal Gen. Carboni nel dopoguerra un analogo ordine di movimento a sostegno della Granatieri, fu dato anche alla Div. Centauro II; sempre a dire del Carboni, il Gen. Calvi di Bergolo rifiutò di intraprendere l’azione, accampando la scarsa fedeltà politica delle truppe (ex-Camicie Nere). Alla minaccia del Carboni di rimuoverlo e di sostituirlo con il Vice Comandante Gen. Gritti, il Gen. Calvi avrebbe accettato di verificare la possibilità di formare un gruppo tattico e di muovere su Roma. Di tutta questa vicenda il Gen. Calvi afferma che la suddetta conversazione si svolse durante il giorno 7 Settembre e non come affermato dal Carboni durante la mattina del 10 (in pieno combattimento): non essendoci alcuna prova scritta o testimoniale dell’ordine sembra ipotizzabile che si tratti di una delle giustificazioni a posteriori che il Gen. Carboni elaborò per giustificare il suo operato. Il Gen. Carboni accusò anche il Gen. Cadorna dell’Ariete di aver dato il via alla controffensiva del 10 con grave ritardo e, quindi, con ciò di aver compromesso la difesa di Roma. Pur non essendo stato l’ordine in questione eseguito istantaneamente si deve sottolianeare che il Gen. Cadorna nel giro di poche ore fece partire le due colonne, che in serata erano in contatto con le linee germaniche e pronte alla battaglia. Certamente, qualora il Gen. Carboni avesse dato tale ordine nel pomeriggio del 9 la situazione sarebbe stata molto diversa essendo il fronte della Granatieri ancora intatto, mentre durante il giorno 10 esso era già crollato alle ore 16:00.

 

Colonna Ariete in A.S.

Eventi

Mostra "Vite di IMI".

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