Dopo gli scontri alla Montagnola che avevano visto cedere lo schieramento italiano, con il ripiegamento delle truppe ancora operative verso il centro di Roma, in direzione di Porta S. Paolo, il Reggimento Montebello, o ciò che ne rimaneva, ripiegava ordinatamente verso la caserma di S.Croce in Gerusalemme; alle 10:30, il Col.Giordani contatta il Gen. De Rienzi per avere la conferma dell’ordine di ricongiunzione con la Div. Ariete II, alla quale il Montebello originariamente apparteneva. Sorprendentemente viene ordinato di rientrare immediatamente in linea, a Porta S.Paolo dove si stava allestendo un baluardo difensivo. L’ordine era stato impartito dal Gen. Carboni, finalmente rientrato da Tivoli la mattina del 10, che, con proposito bellicosi, si decideva a dare quegli ordini che, se dati nella giornata del 9, sarebbero stati decisivi, ma che dati durante il giorno 10 non avrebbero rappresentato null’altro che un colpo di coda. Alle 10:30 il C.A.M. emetteva un fonogramma a firma Carboni che diceva pressappoco: “Ordino alla Divisione Granatieri d’inibire il passo a qualsiasi formazione armata tedesca che tenti di puntare su Roma. Qualora i tedeschi non ottemperino all’ordine, la divisione granatieri passi con la maggiore violenza possibile al contrattacco. Dispongo perché tutte le truppe disponibili in Roma affluiscano in appoggio ai granatieri”. Si ordinava, quindi, ai granatieri di fare quello che già da due giorni stavano eroicamente facendo.
Si davano poi i seguenti ordini:
-Alla Piave di rientrare in Roma dalla zona diS.Polo-Marcellina;
-All’Ariete II di formare due colonne per attaccare sul fianco i paracadutisti tedeschi;
-Alle rimanenti truppe di stanza a Roma di convergere su Porta S.Paolo per rinforzare lo schieramento della Granatieri.
Per cui in zona Testaccio-S.Paolo affluivano i seguenti reparti:
-R.E.CO. Montebello, dalla caserma di S.Croce in Gerusalemme dove si era concentrato proveniente dalla Montagnola;
-4°Reggimento Carristi (camionette d’assalto e carri M);
-Gruppo Squadroni Genova Cavalleria;
-Una batteria del 600° Gruppo Semoventi da 100/25 della
Div. Ariete II;
-Resti dei battaglioni del 1°Reggimento della Granatieri;
-Elementi di 2 Battaglioni della Sassari con artiglierie e semoventi.
Si trattava di un insieme di forze molto eterogeneo e di difficile amalgama che viene posto sotto il comando del Col. Di Pierro della Granatieri. Il terreno, inoltre, si presentava completamente cittadino: semoventi, camionette, autoblinde e carri avrebbero manovrato su percorsi stradali che inevitabilmente li avrebbero portati sotto il tiro controcarro dei paracadutisti tedeschi con spazi ristretti, poco adatti al dispiegamento delle fanterie e delle artiglierie; il terreno favorisce i paracadutisti germanici, ben addestrati agli scontri ravvicinati e alle manovre veloci e repentine. Saputo che a Porta S.Paolo si sta organizzando l’estrema resistenza numerosi civili si uniscono spontaneamente ai militari; anche i patrioti del C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale, si era formato nella mattina del 9 e riuniva i rappresentanti di tutti i partiti antifascisti) si uniscono, alla lotta. Accanto ai soldati moriranno studenti, impiegati, commercianti, operai, tranvieri, ferrovieri. Il costituendo C.L.N. aveva ricevuto delle armi dal Gen. Carboni (che così intendeva rifarsi una sorta di “verginità” politica) durante la notte dell’8 Settembre; tali armi provenivano dai depositi clandestini del S.I.M. Vennero prelevate un migliaio di armi corte e lunghe (che saranno poi utilizzate anche nella battaglia di Porta S.Paolo) da un barbiere di nome Rosica e nascoste in Via Silla 91, nel Museo dei Bersaglieri di Porta Pia, nell’Officina Scattoni di Via Galvani e nell’officina biciclette Collalti a Campo de’ Fiori. L’attacco dei paracadutisti su Porta S.Paolo si svillupava già dalla tarda mattinata con l’appoggio dell’artiglieria e dei mortai. Lo schieramento italiano seguiva la topografia della zona: sull’altura di S.Saba (Aventino) il Genova Cavalleria, a Porta S.Paolo il Montebello, Granatieri, Sassari, verso Testaccio un’altra aliquota del Genova Cavalleria. Le camionette e i carri del 4°Reggimento Carri si posizionano a Porta S.Paolo, due aliquote a Piazza Bottego e su Viale Ardeatino. Alle 11:30 i tedeschi premono su quest’ultimo viale dove vengono inviati rinforzi della Sassari e del Genova Cavalleria: diversi mezzi motorizzati tedeschi sono messi fuori comabattimento. Successivamente la pressione germanica comincia a gravitare su Piazza di Porta S.Paolo dove la difesa italiana comincia ad ondeggiare (molti reparti hanno esaurito le munizioni). In questo frangente perde la vita eroicamente il Ten. in congedo dei Granatieri Persichetti che, in abiti civili, combatte eroicamente alla testa di un plotone di granatieri. Cadono, inoltre, il Cap. Fugazza (Montebello) e il Cap. Donnini (Genova Cavalleria) entrambi alla testa dei propri uomini (decorati ambedue con MOVM). In questa situazione così precaria i carri e le camionette d’assalto del 4° Reggimento carristi attaccano più volte lungo la via Ostiense in direzione dei Mercati Generali su quella che i soldati definiranno “il sentiero della morte”. Numerosi carri e camionette vengono centrati dal preciso tiro controcarro tedesco, molti ritornano indietro con gli equipaggi decimati dalle mitragliatrici germaniche poste sulla stazione ferroviaria Roma-Lido. Verso le ore 16:00 i paracadutisti tedeschi filtrano dalla porta Ardeatina e raggiungono la Passeggiata Archeologica attaccando dal rovescio Porta S.Paolo. I carri del 4°Reggimento Carristi e il Genova Cavalleria contrattacano vigorosamente alla passeggiata archeologica e all’obelisco di Axum, tentando di chiudere la breccia. I carri vengono centrati uno ad uno, i Dragoni di Genova sono respinti dal preciso fuoco di armi automatiche dei paracadutisti. Perde la vita il Ten. Fioritto che alla passeggiata archeologica, al comando del suo carro M, contrattacca valorosamente le truppe tedesche: verrà insignito di M.O.V.M.. Verso le 17:00 la residua resistenza cessa a Porta S.Paolo e si sposta verso il Colosseo (Granatieri) e verso via dell’Impero (camionette superstiti del 4°Reggimento Carristi). Il R.E.CO. Montebello si concentrava prima a ponte Sublicio poi nella caserma allievi RR.CC. ai Prati.